venerdì, Novembre 22, 2024
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Startup innovative, vola l’equity crowdfunding: analisi degli strumenti digitali nel settore finanziario

Lo sviluppo digitale che si è diffuso in maniera dirompente nel corso degli ultimi anni ha inciso profondamente nel panorama finanziario, dando vita ad una nuova branca dell’ordinamento degli strumenti e dei prodotti finanziari, meglio nota come “Fin -Tech”.

Per Financial Technology, letteralmente tecnologia applicata alla finanza, si fa riferimento a quel fenomeno che ha dato vita alla ricerca di strumenti di finanziamento alternativi ai tradizionali canali bancari, finanziari e assicurativi, accomunati dalla creazione di portafogli modello da raccomandare al pubblico dei risparmiatori/investitori.

In questo scenario, oggetto di particolare attenzione da parte del regolatore nazionale ed europeo è il Crowdfunding, ovvero quello strumento digitale che è stato scelto e sviluppato per dare risonanza ad una idea imprenditoriale, usufruendo delle facilitazioni messe in atto dal web, in termini di costi sia di tempo, che monetari.

In sostanza, le piattaforme di Crowdfunding sono siti web che consentono di reperire facilmente ed in tempi estremamente ridotti finanziamenti per diverse finalità.

In base a cosa l’investitore riceve in cambio del proprio finanziamento si differenziano diverse tipologie di Crowdfunding:

il c.d. Donation Crowdfunding il quale si sostanzia in un investimento di denaro effettuato per una causa benevola o di beneficienza, senza ottenere nulla in cambio del proprio investimento se non l’onore di aver contribuito ad una causa sociale meritevole.

Il Rewards Crowdfunding consiste nel finanziamento effettuato dai privati a favore di un progetto ricevendo in cambio una ricompensa di natura non finanziaria come ad esempio beni o servizi connessi al progetto finanziato.

Il Lending Crowdfunding, il quale consiste in un prestito di denaro o cd. peer-to-peer effettuato per ottenere in cambio del proprio finanziamento un micro-finanziamento; questa tipologia di operazioni, così come per i normali affidamenti bancari, deve corrispondere un tasso di interesse sulla somma di denaro ottenuta.

In ultimo, ma non per questo meno importante, vi è L’Equity Crowdfunding, ovvero quello strumento che consente la raccolta di capitale di rischio in favore di start up innovative e non e di PMI.

Nello specifico, con quest’ultima declinazione ci si riferisce ad una raccolta di capitali effettuata da società non quotate tramite piattaforme online tese a rimuovere i consueti ostacoli all’approvvigionamento delle risorse finanziarie, ottenendo in cambio del proprio finanziamento quel complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione societaria.

Tra le diverse declinazioni dello strumento discusso quest’ultima è la tipologia di finanziamento più diffusa e che ha ottenuto particolare attenzione da parte Legislatore nazionale con diversi interventi normativi tesi ad estenderne la portata applicativa.

Senza addentrarci troppo nella normativa di settore, la riflessione da operare riguarda la tutela dell’investitore e lo scopo che la normativa in evoluzione dovrà perseguire.

In sostanza, se la nuova realtà finanziaria è oramai governata dal ricorso a piattaforme online e quindi dal Web è necessario che la tutela dell’investitore si debba adeguare a tale scenario, richiedendo di conseguenza l’intervento di esperti nel settore della tecnologia finanziaria, i quali dovranno operare in stretta collaborazione con le Autorità di Vigilanza interne.

Di Alessandra D’Agostini, collaboratrice presso la cattedra di Diritto Commerciale e Mercati Finanziari del Prof. Lener, dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

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