Riflessioni di un Avvocato, in tempo di pandemia.
Sembra, ormai, passato molto tempo da quando ascoltavamo le prime notizie che ci arrivavano dalla lontanissima Wuhan, relative all’ennesimo propagarsi di un virus altamente contagioso che si manifestava, inizialmente, come una “semplice influenza” e si trasformava, poi, in una terribile polmonite.
Tutto sembrava così lontano ed ovattato, così normale e consuetudinario, tanto che, le nostre menti, avevano archiviato la notizia nello stesso cassetto della memoria dove, forse, avevamo accantonato la SARS, l’Aviaria, la Suina, Marburg, Ebola e lo stesso AIDS.
Eppure, quei terribili ed implacabili agenti patogeni che avevano provocato migliaia, se non milioni, di vittime e avevano messo in ginocchio intere comunità e Nazioni, non provocavano in noi alcuna curiosità ed alcun interesse, tantomeno, un particolare allarme, poiché tutto avveniva lontano da noi, confinato, solitamente, nelle foreste pluviali, in sperdute cittadine dell’Estremo Oriente o nelle savane africane. Il tutto, poi, veniva grossolanamente imputato a scarsa igiene, sovrappopolamento e ad abitudini alimentari insane: “quelli mangiano i topi, gli insetti e i pipistrelli!”
Improvvisamente, ed aggiungo io, ancora inspiegabilmente, il “MOSTRO” entra, in maniera deflagrante nelle nostre vite e, quella che sembrava solo la sceneggiatura di un film horror, è diventata realtà!
Con uno schizofrenico balletto comunicativo, i nostri politici, al di là del colore e della bandiera, anche se, su chi governa, incomberebbero delle responsabilità imprescindibili, da un giorno all’altro, basandosi sulle presunte indicazioni di un fantomatico Comitato Scientifico composto da scienziati, infettivologi, epidemiologi ecc., per la maggior parte sconosciuti ai più, ma ora diventate star televisive, ci hanno comunicato che la nostra vita si doveva fermare: niente più scuola, lavoro, università, sport, vita sociale e rapporti con gli altri.
Quella che era una semplice influenza, in poche ore, è diventata la peste del XXI Secolo
Le relazioni umane, poste alla base della nostra vita sociale, con un semplice battito d’ali, (rectius: con una diretta facebook) sono state annullate ed è scattato il lockdown.
Ma com’è possibile tutto ciò?… Qualcosa non torna…I numeri non tornano…le notizie sono vaghe e confuse e, il più delle volte, sono distorte da commenti artati e capziosi; quella che era una semplice influenza, in poche ore, è diventata la peste del XXI Secolo!
Preliminarmente, avendo delle modeste conoscenze in materia, tengo ad evidenziare che i virus influenzali sono tra i più temibili in assoluto e, sicuramente, sono onnipresenti, aggressivi e con un’enorme capacità di trasmissione, non a caso, oggi, sono morte, solo in Italia, 10023 persone, portando un immenso dolore in altrettante famiglie.
È importante rilevare che, nonostante le campagne di vaccinazioni, le innumerevoli cure e la conoscenza del virus, solo in Italia, ogni anno, muoiono, per influenza, mediamente, tra le 4000 e le 8000 persone, ma la vita procede normalmente, il virus si propaga, i nostri organismi vengono in contatto con l’agente patogeno e le difese immunitarie, pian piano, si attrezzano per resistere all’ennesimo attacco virale.
Tutti continuiamo a fare la nostra vita, i ragazzi studiano, noi lavoriamo, gli anziani aiutano figli e nipoti e attendono alle loro attività relazionali: tutto ciò ci fa sentire vivi e stimola il nostro organismo ad esserlo!
Endorfine ed adrenalina sono parte essenziale della nostra vita e aiutano, non poco, le nostre difese immunitarie.
Eppure, questa volta, dinnanzi a un numero di contagi apparentemente, epidemiologicamente irrilevante, sicuramente inferiore alla “semplice influenza”, l’Italia si è fermata e si stanno fermando sia l’Europa che il resto del Mondo.
Qualcosa non torna, i conti non tornano, non può essere soltanto la pandemia ad aver creato tutto questo.
Sembrerebbe, quasi, che l’infezione sia lo strumento che, probabilmente involontariamente, sia stato utilizzato per innescare quel cambiamento epocale che il nostro pianeta ci richiedeva a gran voce.
Tutti sapevamo che questo sistema di vita ed economico non era più sostenibile e che, la crescita e lo sviluppo, non possono essere illimitati poiché limitate, seppur meravigliose ed eclatanti, sono le risorse che la Terra ci offre.
Lotte politiche, guerre, lotte di classe, battaglie ecologiste: ALT, CI PENSA IL COVID 19!
Siamo tutti uguali davanti a quell’essere infinitesimale; una “Livella” degna del principe De Curtis, che sta facendo crollare, con un semplice battito d’ali, tutte le certezze che ci avevano propinato, quelle agenzie sociali a cui ci vantavamo di appartenere, tutte quelle sovrastrutture che, ora, appaiono inermi ed incapaci ad affrontare il germe.
La Terra ci ha donato e la Terra, attraverso il virus, ci sta togliendo per porre rimedio alle nostre incapacità.
L’aria delle città non è più inquinata, le acque dei fiumi stanno tornando ad essere cristalline, nei nostri mari si ritornano a vedere i mammiferi marini nelle vicinanze delle rive e sulle montagne dell’Appennino tornano a vedersi i maestosi voli dei grandi rapaci.
L’economia, però, si è fermata, tutti abbiamo paura del futuro, di cosa succederà alla fine delle restrizioni, di come affronteremo i nostri impegni dopo la clausura.
Eppure, mai come ora, ci sentiamo un popolo forte e fiero
Eppure, mai come ora, ci sentiamo un popolo forte e fiero, guardiamo con ammirazione i tanti operatori sanitari che lottano, ogni momento, per salvare vite, applaudiamo alle forze di polizia e financo all’Esercito, stiamo riscoprendo la grande bellezza del nostro meraviglioso Paese, le risorse del Patrimonio artistico, i meravigliosi beni ambientali e naturali, le nostre tradizioni anche agroalimentari, la musica, la voglia di stare insieme e di sventolare con orgoglio il Tricolore.
Ma la cosa che più ci dà coraggio è vedere il sentimento risvegliato degli affetti, vedere la dignità di un popolo davanti a tanto dolore, vedere la gente continuare a vivere attraverso i media ed i social, vedere tanto AMORE che prima non riuscivamo più ad apprezzare; l’immagine del Papa che sale, sotto la pioggia, le scalinate di una Piazza San Pietro deserta, i rintocchi delle campane e le sirene spiegate della Polizia al momento dell’ostensione del Corpo di Cristo, rivolto urbi et orbi, ha suscitato, sicuramente anche nei non credenti, un sentimento di unità e di fratellanza universale che poche volte avevamo provato nella vita; quella che è stata definita, oggi, dal Pontefice la Domenica del pianto, si trasforma nell’esortazione alle persone: alzati e cammina!
Non posso non concludere con un pensiero rivolto al Presidente della Repubblica che, con la pacatezza che lo contraddistingue, è riuscito a farci sentire tutta la sua vicinanza e la forza dirompente della fragilità e della schiettezza: un vero Uomo tra il suo Popolo; tutti, in questi momento, vorremmo gridare insieme a lui: SVEGLIATI EUROPA!
Di Avv. Giuseppe Lepore, Direttore Responsabile AS Finanza.
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Vedi anche https://www.asfinanza.com/una-risposta-alle-carenze-di-alfabetizzazione-finanziaria/