Il Decreto Liquidità rinvia di più di un anno l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’impresa, posticipandola al 1° settembre 2021.
Il 14 febbraio 2019 è stato approvato il nuovo “Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza” (CCII) con D.Lgs n. 14/2019 i cui obiettivi principali sono:
- consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese;
- salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro a un fallimento di impresa dovuto a particolari contingenze.
L’esame preventivo della nuova disciplina (sebbene l’entrata in vigore sia stata posticipata al 1 settembre 2021) ha come indubbio vantaggio per le società di verificare la sussistenza dei parametri previsti dalla nuova legge e/o, in difetto, di approntare tutti gli strumenti idonei e di legge per il raggiungimento di tali parametri richiesti ai fini dell’applicabilità delle disposizioni normative in esame che, appaiono, ad una prima analisi, certamente più favorevoli rispetto a quelle vigenti.
Di seguito alcuni degli elementi innovativi e qualificanti del Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza:
- si sostituisce il termine fallimento con l’espressione “liquidazione giudiziale”
- si introduce un sistema di allerta (che fonda su specifici indicatori della crisi) finalizzato a consentire la pronta emersione della crisi, nella prospettiva del risanamento dell’impresa e comunque del più elevato soddisfacimento dei creditori;
- si dà priorità di trattazione alle proposte che comportino il superamento della crisi assicurando continuità aziendale;
- si privilegiano, tra gli strumenti di gestione delle crisi e dell’insolvenza, le procedure alternative a quelle dell’esecuzione giudiziale;
- si prevede la riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali.
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