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LA BCE AUMENTA I TASSI: DA SETTEMBRE SI RISCHIA UN AUMENTO DEI MUTUI DI OLTRE 10%

Aumenti in arrivo per i finanziamenti.

In base alle stime, da settembre i mutui potranno avere un aumento di costo pari a circa 10.000 euro per un mutuo a 25 anni con valore nozionale di 100.000 euro.

La Banca centrale europea (Bce) ha annunciato che alzerà i tassi di interesse per la prima volta dopo dieci anni e terminerà il proprio principale programma di acquisto dei titoli di stato, che era attivo da oltre otto anni, a partire dall’1 luglio .

L’obiettivo è di mitigare l’effetto dell’inflazione.

I tassi verranno alzati prima a 0.25% a luglio, e poi a 0.5% a settembre .

Quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi, nel mese scorso si segnala un aumento dei tassi medi all’1,93% contro l’1,81% di aprile.

Nelle simulazioni sui motori di ricerca, tuttavia, i mutui a tasso fisso veleggiano già fra il 2,3 e il 2,8%, con punte anche oltre il 3%.

I variabili sono ancora poco sopra l’1%, ma si tratta di una ‘forbice’ destinata a chiudersi velocemente vista l’accelerazione di Francoforte e della Fed nella stretta monetaria che incide anche sui tassi di mercato di riferimento.

L’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile è l’Euribor che al momento è al -0,30%. In base all’andamento dei “future” si stima che sfiorerà l’1% per la fine del 2022 secondo quanto comunica Facile.it che fa anche una simulazione.

Per un finanziamento da 120 mila euro in 20 anni adesso si paga una rata mensile di 544 euro.

Entro dicembre, però, potrebbe arrivare a più di 620 euro in quanto l’importo potrebbe essere più alto di 75 euro circa.

L’Euribor potrebbe arrivare addirittura all’1,75% circa nel 2023 per cui il tasso variabile salirebbe al 2,95%.

A fine 2027, invece, secondo la simulazione l’Euribor potrebbe arrivare intorno al 2,10% e per questo il tasso salirebbe al 3,30% con conseguente rata mensile a 684 euro.

Ovviamente si parla di anni per cui tutto potrebbe cambiare in base alle decisioni della Banca Centrale Europea .

La ragione principale della svolta è da ricercarsi nell’andamento dell’inflazione.

Nello statuto della Bce è indicato – tra gli obiettivi dell’Eurotower – il mantenimento del carovita in prossimità del 2%.

Per molti anni i prezzi nell’Eurozona sono cresciuti ben al di sotto di questa soglia, per cui la Bce ha tenuto a lungo i tassi ufficiali a zero, soprattutto per sostenere l’economia dell’area.

Questi ultimi sono decisivi perché costituiscono il benchmark in virtù del quale le banche e gli altri operatori finanziari decidono i tassi da applicare ai prestiti e ai mutui che concedono alla clientela.

Dalla Redazione di ASFINANZA&CONSUMO.

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