Tribunale di Torino, sent. n. 185 del 14 gennaio 2020, est. Martinat
Il contratto di swap, per il Tribunale di Torino, non è un contratto “tipo”, in quanto non inquadrato dalla disciplina legislativa, oneroso ed aleatorio, contraddistinto da scambio a scadenze prefissate di flussi di cassa, prodotti dall’applicazione di diversi parametri ad uno stesso capitale di riferimento (c.d. nozionale).
Negli intenti della banca il contratto dovrebbe essere la copertura di un rischio, facendo però sottoscrivere al cliente un contratto aleatorio con finalità di depotenziamento delle incertezze legate ai costi del finanziamento.
Nella prospettiva del cliente la passività, rappresentata dall’aumento del tasso variabile, doveva essere neutralizzata dalla componente attiva, costituita dal rapporto tra tasso fisso e variabile nel rapporto di swap.
Quindi per il vizio di causa in concreto…
“Il contratto di swap è nullo, qualora non abbia funzione di reale copertura del rischio sul contratto di leasing sottostante.”
Infatti nel caso in cui si riscontri che un contratto di swap di copertura è stato strutturato in modo tale che, uno dei contraenti ben difficilmente avrebbe potuto beneficiarne, in quanto, a mero titolo esemplificativo, l’andamento del tasso d’interesse che gli avrebbe determinato un beneficio alla luce delle pattuizioni contrattuali non era concepito come concretamente realizzabile dagli operatori del sistema (a cominciare dalla Banca centrale europea), allora evidentemente lo swap è privo di causa in concreto, per inidoneità rispetto alla funzione cui era unicamente finalizzato.
“(…) L’esistenza di una causa in concreto deve essere effettuata ex ante per poter valutare la convenienza o meno di contratto (…) la Banca di fatto non ha fornito alcun elemento circa le prospettive dei tassi (forward) nel periodo in cui il contratto derivato avrebbe esplicato i suoi effetti (…) il contratto di swap è da ritenersi in questo caso nullo per difetto di alea ovvero per mancanza del rischio oggetto di copertura”.
Questo in sintesi quanto definito dalla sentenza del Tribunale di Torino. Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla lettura della sentenza.
Di Giorgio Palombi, Suero&Partners.
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Si veda anche https://www.asfinanza.com/tassi-nei-contratti-di-conto-corrente-non-espressi-in-forma-scritta/