E’ di inizio marzo la notizia dell’arresto dell’ex presidente del Barcellona nel corso dell’operazione “Barçagate”: nell’articolo del dott. Riccardo D’Angelo si narrano le vicissitudini e le ripercussioni che vedono coinvolta la società calcistica.
Josep Maria Bartomeu, ex Presidente del F.C. Barcelona, è stato arrestato lo scorso 1 marzo dai “Mossos d’Escuadra” in seguito alle indagini eseguite dal corpo di polizia catalano relative alle accuse di “Administración desleal” e “Corrupción entre particulares”; il primo di questi assimilabile al precetto legale nostrano dell’Infedeltà patrimoniale e il secondo alla Corruzione tra privati (Art. 2634 e 2635 del Codice Civile). A differenza dei nostri precetti analoghi, in Spagna questi comportamenti vengono considerati però dei delitti di natura penale, e non civile.
All’origine di questo scandalo dalla doppia valenza calcistica e finanziaria, pur sempre di portata mondiale vista l’importanza del club in questione, troviamo la notizia di una nota radio di ambito nazionale dal nome Cadena Ser. Fu proprio la loro redazione che, nel febbraio dello scordo anno, svelò al pubblico lo stretto rapporto tra il club blaugrana e l’agenzia di comunicazione I3 Ventures, assoldata nel lontano 2017 dall’ allora Presidente Bartomeu per mettere in pratica un’azione di sabotaggio mediatico nei confronti di quei giocatori che non appoggiavano la sua linea di gestione societaria e la sua canditura ad un altro mandato da Presidente. Una mossa mirata specularmente a rafforzare la sua posizione a discapito di altre figure di rilevanza del Consiglio di Amministrazione del club di Barcellona.
Piccola precisazione dovuta a effetti esplicativi; il F.C. Barcelona è uno dei soli quattro club in Spagna ad avere una gestione societaria diversa dalle altre. Insieme all’Osasuna, l’Athletic de Bilbao e il Real Madrid non ha infatti la struttura di una Società Sportiva per Azioni (“Sociedad Anónima Deportiva”), così come tutti gli altri club spagnoli in seguito all’approvazione della legge sulle S.A.D del 1990; bensì è rimasta alla sua originale natura giuridica, ovvero quella dell’associazione sportiva senza fini di lucro. Per questo motivo, la sua proprietà ricade su tutti e ognuno dei suoi soci, ovvero i circa 140.000 abbonati al club. Questa particolarità giuridica ha le sue nette ripercussioni, tra le quali le celebri e molto seguite elezioni per la Presidenza del club, così come la gestione non sempre pacifica delle relazioni tra l’organo amministrativo ed esecutivo, ovvero la cosiddetta “Junta Directiva” (il Consiglio di Amministrazione) e la massa sociale, intesa come l’insieme dei soci. Il CdA è l’organo supremo del club e adotta le proprie decisioni collegialmente; il suo massimo esponente è il Presidente, che viene eletto ogni sei anni, e viene completato dai Vicepresidenti, i Responsabili di Settore, il Segretario e il Tesoriere. Lo stesso Presidente può richiedere le dimissioni degli altri esponenti del CdA se opportuno, ma può anche accadere l’opposto.
Per tornare alla narrazione dei fatti, risale invece al mese di giugno, sempre dell’anno scorso, la querela presentata contro la “Junta” da un gruppo di soci (una delle tantissime peñas, ossia le associazioni di soci) dal nome Dignitat Blaugrana, in merito ai capi di accusa anteriormente citati. Sotto i riflettori non solo le finalità despotiche e scorrette relative all’uso deviato del già citato servizio di monitoraggio mediatico, ma anche il suo esborso economico. Quest’ultimo rappresenta uno degli aspetti più delicati della faccenda: sempre in base all’esclusiva dell’emittente radiofonica Cadena Ser, il pagamento di € 1.000.000 all’anno per l’acquisizione dei servizi di I3 Ventures sarebbe avvenuta in tranches inferiori o pari a € 200.000, in modo da poter bypassare l’approvazione del Consiglio, riuscendo così a mantenere l’organo e i suoi rappresentati all’oscuro delle sue vere intenzioni.
Ed è per questo che già, nei mesi successivi a queste rivelazioni, furono numerose le dimissioni all’interno del CdA presieduto da Bartomeu: in primis i due Vicepresidenti E. Rousaud (che veniva considerato il delfino dell’imprenditore catalano) e Q. Tombas, il Segretario del Consiglio Maria Teixedor e i membri J. Pont, S. Elias e J. Calsamiglia. Finalmente, il 27 ottobre del 2020, in seguito alle numerose pressioni ricevute, senza scordare il clamore per il caso Messi e la situazione finanziaria del club, al limite del tracollo, Bartomeu decide di dimettersi. Da segnalare una delle prime delibere della Junta Gestora, ovvero il Consiglio allestito per traghettare il club tra una Presidenza e la successiva, è stato il licenziamento di Jaume Masferrer, Capo di Gabinetto della Presidenza, colui che solo pochi giorni fa è stato arrestato insieme a Bartomeu nell’operazione investigativa che ha riportato alla ribalta le vicende del caso Barçagate. Quale sia il futuro del club catalano risulta veramente complicato da dire, ma le profonde spaccature nella sua gestione passata e la difficile, se non impossibile, gestione della situazione finanziaria alla quale dovranno fare fronte i nuovi esponenti del CdA, con un debito societario che supera il miliardo di euro, non promette certo bene. Per il momento ai tifosi non spetta che godersi quello che probabilmente sarà l’ultimo anno da giocatore dell’argentino Messi, che potrebbe presto cambiare squadra vista l’ormai vicina scadenza del contratto.
Di Riccardo D’Angelo, laureato in giurisprudenza, vive e lavora a Barcellona
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