Seconda puntata di una serie di quattro a cura del filosofo Fabrizio Spagnol: “Forse l’unica autorità che oggi è in grado di farci aprire gli occhi è la crisi globale, nella misura in cui può evocare l’impensabile della catastrofe pandemica globale.”
Gli effetti shock del virus, che stanno colpendo la domanda, l’offerta e il sistema di salute pubblica (senza contare la virulenza che ha colpito l’informazione), sono una dimostrazione di come la possibilità di infezione sia diventata potenzialmente illimitata.
La catena di produzione è tale che un’interruzione della produzione cinese oggi ha ripercussioni che vanno ben oltre la Cina. L’esposizione del mondo all’economia cinese è aumentata drammaticamente negli ultimi vent’anni. Se undici anni fa la Cina rappresentava l’1% del commercio mondiale, oggi è al 35%. Tutto il mondo ha delocalizzato parte della sua produzione in Asia, e quando con la crisi sanitaria blocca la catena di produzione, l’economia del resto del mondo soffre.
la situazione italiana è caratterizzata dalla compresenza contraddittoria di anomia e austerity
In Italia l’impatto dell’epidemia potrebbe diventare catastrofico per il fatto che ci troviamo impreparati a causa di una politica di spending review che progressivamente ha smantellato il più importante dei nostri sistemi socioimmunologici (solidaristici, di previdenza o anche bellici): quello sanitario, compreso il centro per la prevenzione delle malattie infettive che monitora e controlla i rischi di epidemie. Se pensiamo che oltre ai numerosi allarmi, dal dicembre del 2019 si sapeva dell’epidemia in Cina, questa imprevidenza fa pensare. Del resto, la situazione italiana è caratterizzata dalla compresenza contraddittoria di anomia e austerity, che per i politici e la classe dirigente ha significato vivacchiare alla giornata, come dei bricoleurs della sopravvivenza, cercando di abitare momentaneamente gli interstizi della crisi. In pratica voler credere di essere in buona salute anche in uno stato di malattia.
Forse l’unica autorità che oggi è in grado di farci aprire gli occhi è la crisi globale, nella misura in cui può evocare l’impensabile della catastrofe pandemica globale
Come sappiamo dalle psicoimmunologie (il complesso equipaggiamento mentale che aiuta gli esseri umani a far fronte alla loro vulnerabilità), quasi mai le persone si confrontano con la realtà senza mescolarvi una dose di “perdita di realtà”. Gli Occidentali sono bravi ad ottenere un certo grado di sospensione volontaria della cruda realtà, soprattutto da quando, con l’Illuminismo, trasferirono l’esperienza del sublime (grandioso) dall’etica all’estetica. Da allora sono convinti di poter sopravvivere ad un terrore che per loro può essere solo immaginario. Ai loro occhi le catastrofi avvengono solo per degli spettatori entro una cornice di intrattenimento.
Ai loro occhi le catastrofi avvengono solo per degli spettatori entro una cornice di intrattenimento.
Dopo la seconda guerra mondiale si era affermata da parte della politica una tendenza generale a investire le risorse per la “cura” dei propri cittadini per proteggerli dai rischi di salute pubblica. Estendendo la zona rossa a tutta l’Italia, il governo ha deciso di ripercorrere questi processi di lungo periodo. Anche se con una certa improvvisazione, ritroviamo, per un verso, il processo di medicalizzazione della politica, con politici che fanno valutazioni inappropriate su questioni non di loro pertinenza, e per altro verso, il processo di politicizzazione della medicina, la quale rischia di sentirsi investita di compiti di controllo sociale che non le competono.
Possiamo sperare almeno che il virus renda innegabile il fallimento delle politiche europee di austerità
In effetti l’emergenza sta spingendo l’UE a votare un programma che consenta ai paesi di superare il deficit di bilancio. Ad ogni modo, l’insostenibilità del modello dell’austerity si era già rivelata nel fatto che non può più sostenersi senza il ricorso alla “droga finanziaria” rappresentata dal quantitative easing, che di fatto consiste nello sfruttamento intensivo di nuovi strumenti finanziari tutt’altro che sicuri. L’esempio più significativo sono i CoCo bond (Contingent Convertible Bonds, ovvero “obbligazioni ibride convertibili in azioni”), soggetti a rischio di contagio sistemico in un settore come quello bancario a sua volta sempre a rischio di effetto domino. Questa volta la crisi finanziaria è stata anticipata dal contagio biologico e lo scenario da guerra che ha prodotto può spingere i cittadini a riappropriarsi della capacità di giudicare la politica sulla base dell’impatto che ha sulla loro vita.
il coronavirus sta temporaneamente riconfigurando l’intero campo sociale e politico
Al momento il coronavirus sta temporaneamente riconfigurando l’intero campo sociale e politico, che non appare più diviso da classi o ceti sociali quanto da fasce di popolazione distinte in base alla salute e all’età (come se si fosse realizzato già in vita quello che compete solo alla morte, come nella ironica poesia di Totò “La livella”). Senza farsi illusioni, la rappresentazione di illustri contagiati tra politici e vip potrebbe mettere in crisi un’altra certezza, quella di vivere in una società di privilegiati. L’unico fatto però che può assumere un significato etico universale è la convinzione che le cose non possono più andare avanti così.
In un tempo neanche troppo lontano, la guerra aveva l’effetto di cementare i legami sociali all’interno di una comunità, in modo che alla funzione specificamente bellica si aggiungeva quella dell’integrazione sociale.
Oggi con il passaggio delle funzioni dello Stato dalla guerra al management del comfort, non sappiamo come si esprimeranno le diverse immunologie (sociali e psichiche) interiorizzate nella nostra eredità culturale, se i sentimenti nazionalistici sapranno farsi valere in un quadro internazionale, al di là di estemporanee rivendicazioni.
Di Fabrizio Spagnol, filosofo e autore di “Cosa si nasconde dietro il bullismo. Saggio sulla formazione complessa”.
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https://www.asfinanza.com/1-puntata-co-immunismo-globale/