Alle origini dell’istituzione finanziaria de i Luoghi di Monte.
Nel Medioevo si intende per Luogo di Monte ciascuna quota o azione che componeva il capitale del Monte, noto istituto finanziario pubblico di deposito denaro, progressivamente diffuso, finalizzato al finanziamento dello Stato e alla relativa riscossione di interessi per coloro che vi aderivano. Esso costituì una fonte di risparmio per una moltitudine di soggetti. Gli investimenti erano, quasi sempre, sgravati da altri obblighi ad esclusione della loro rendita finanziaria.
Questa istituzione finanziaria ebbe da subito la denominazione di Monte, le relative obbligazioni furono chiamate Luoghi e al possessore dei Luoghi fu attribuita la qualifica di Montista. I Luoghi di Monte potevano essere “vacabili” cioè non trasmissibili per successione, e “non vacabili o perpetui”, cioè trasmissibili agli eredi. In entrambi i casi i montisti riscuotevano annualmente le rendite.
Fra i Monti costituiti in età moderna si annovera anche il Monte di Pietà – senza scopo di lucro, per l’assistenza pubblica -, sorto su iniziativa di alcuni frati francescani, allo scopo di erogare prestiti di limitata entità (microcredito), a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato. La funzione dei Monti di Pietà era quindi quella di finanziare persone in difficoltà, fornendo loro la necessaria liquidità. Fra l’altro, dal Monte di Pietà fondato a Siena alla fine del Quattrocento ebbe origine il “Monte dei Paschi di Siena”.
I Monti furono istituiti a Firenze sin dal XIV secolo ed ebbero presto largo uso anche a Venezia. Nello Stato Pontificio furono creati a Roma nel 1526 da papa Clemente VII. In questo anno la disastrosa situazione finanziaria e l’impossibilità di adottare nuovi provvedimenti fiscali, indussero papa Clemente VII, indebitando le rendite dei domini della Santa Sede, ad istituire un debito pubblico, così da poter procedere all’armamento delle truppe destinate a supporto di Carlo V nella battaglia contro i turchi. Questo pontefice istituì dunque il Monte della fede, i cui iscritti beneficiarono inizialmente di rendite annuali sino al 10% (oggigiorno impensabili). Le rendite dei Monti nel corso dei secoli subirono poi una graduale riduzione, sino al 3% nell’Ottocento.
Successivamente al 1526 furono creati dai pontefici ulteriori Monti, come da Paolo III per soccorrere il re di Francia nella guerra contro gli ugonotti, o da Sisto V per attuare i suoi grandiosi progetti architettonici (dalla cupola di San Pietro all’erezione degli obelischi, dal rinnovo degli acquedotti alla costruzione del palazzo lateranense). Molti Monti pontifici furono istituiti dando in appalto prestigiose cariche governative, come ad esempio quella di “Tesoriere generale” o della “Dogana di Roma”. I capitali iniziali furono inoltre creati con l’imposizione di gabelle e tasse su generi di consumo.
I Monti furono quindi spesso creati in occasione di contingenti contesti sociali-economici. Ad esempio ricorda lo storiografo ottocentesco Gaetano Moroni che alla fine del Cinquecento “trovandosi il papa senza denaro per estirpare banditi e malviventi, onde restituire allo Stato la pace, aveva necessità di creare un Monte camerale non vacabile, col titolo Monte della pace, senza che pei frutti venissero aggravati i sudditi. Piacque l’idea e fu eretto un Monte per scudi 300, in luoghi di tremila, a ragione del cinque per cento o sia per luogo, costituente l’annuo frutto di scudi 15,75”
I Monti in base alle autorità che li erigevano potevano essere delle seguenti tre principali tipologie.
- Camerali (ossia della Camera Apostolica): assunsero vari nomi derivanti o dal nome del pontefice (Monte Giulio, Monte Sisto e così via), o dalla causa per cui venivano eretti (come il citato Monte della fede); o dai redditi assegnatigli (Monte Allumiere, Monte del sale, Monte del macinato).
- Comunitativi: dai nomi delle comunità (Monte Zagarolo, Monte Sermoneta);
- Baronali: dai nomi delle famiglie in favore delle quali erano eretti (Monte Savelli, Monte Colonna etc.).
Alfredo Cirinei, amministratore di Win & Co. srl, società specializzata in gestione archivi e beni culturali.
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