Parlare di crisi, in un momento di grande crisi per la nostra società, può aiutare a conoscerne gli aspetti psicologici e soprattutto a riconoscerne le reazioni “normali” e quelle, invece, “patologiche”.
Il termine crisi, di origine greca (da krìno, scelgo, scerno, discrimino, separo, decido), è presente nella medicina ippocratica per indicare un punto decisivo di cambiamento che si presenta durante una malattia di cui solitamente risolve il decorso in senso favorevole o sfavorevole.
In ambito psicologico si riferisce a un momento della vita caratterizzato dalla rottura dell’equilibrio precedentemente acquisito e dalla necessità di trasformare gli schemi consueti di comportamento che si rivelano non più adeguati a far fronte alla situazione presente.
La crisi può essere definita come un punto di passaggio dove:
“Tutto subisce un cambiamento subitaneo dal quale l’individuo esce trasformato, sia dando origine ad una nuova risoluzione, sia andando verso la decadenza. La storia della vita non segue il corso uniforme del tempo, struttura il proprio tempo qualitativamente, spinge lo sviluppo delle esperienze a quell’estremo che rende inevitabile la decisione” (K. Jaspers).
In psicologia clinica si distinguono:
Le crisi evolutive o di sviluppo, intrinsecamente legate alla crescita dell’individuo, quali l’adolescenza, la maturità, la menopausa, la senescenza e simili;
Le crisi accidentali, come una grave malattia, la perdita di una persona cara, un cambiamento repentino nel lavoro.
Le crisi evolutive, connesse a specifiche tappe biologiche, assumono un valore differente a seconda del contesto culturale in cui si presentano. Così l’adolescenza, come passaggio dall’infanzia all’età adulta, dalla dipendenza all’autonomia, viene generalmente vissuta da noi in modo conflittuale e prolungato, mentre nel quadro di altre culture non rappresenta necessariamente un momento problematico. Le crisi accidentali riguardano, invece, tutte quelle situazioni della vita il cui irrompere improvviso può minacciare l’equilibrio psicologico raggiunto dall’individuo.
L. Rapaport ha individuato tre condizioni che associate tra loro, sono in grado di provocare uno stato di crisi:
- Il verificarsi di un evento imprevisto;
- Una connessione fra questo evento e precedenti tensioni che avevano già determinato una situazione conflittuale nel soggetto;
- L’incapacità della persona di affrontare la crisi in modo adeguato servendosi dei suoi consueti meccanismi.
Tra le caratteristiche più importanti dello stato di crisi troviamo:
- Uno stato di massima apertura al cambiamento, verso una soluzione positiva o negativa;
- Una durata limitata;
- Un cambiamento sia a livello affettivo che cognitivo;
- Un suo riproporsi se non viene risolta o se trova una soluzione inadeguata.
Si parla di Intervento in caso di crisi in riferimento a una forma di trattamento psicologico di breve durata, finalizzato a fornire un sostegno e una guida all’individuo, a prevenire le possibili conseguenze dannose e a creare le condizioni per una crescita del soggetto, attraverso l’elaborazione di nuove modalità per affrontare i problemi modificati dal sopraggiunto “evento critico”.
In un momento di grande crisi che, oserei definire di dimensioni “epocali” per la nostra società, è bene conoscerne gli aspetti psicologici e soprattutto riconoscerne le reazioni “normali” e quelle, invece, “patologiche”.
Dal momento che questo stato di malessere sociale prolungato, inizialmente solo economico, sta raggiungendo e devastando tutti i valori della persona, modificandone le normali modalità di reazione, si faccia attenzione all’aumento dei casi di suicidio che vedono come fattore scatenante problemi economici o come un virus, come il Coronavirus, possa non solo danneggiare l’economia delle nostre nazioni ma, indurci ad un isolamento psicologico in cui il valore dell’ “alterità” non è più riconosciuto.
Per queste e tante altre ragioni è di fondamentale importanza, per poter risolvere positivamente le personali problematiche, sapere preventivamente intervenire e quando e a chi chiedere un sostegno psicologico, che possa aiutare a superare anche la “crisi” di carattere pratico.
Dott. ssa Lucia Gemmiti, Psicologa giuridica e mediatrice familiare ed aziendale.
Riproduzione riservata ©