La quarta ed ultima puntata di “Paradossi epidemici” a cura del filosofo Fabrizio Spagnol: “Ci si comincia a chiedere cosa lascerà il Covid-19 dopo che sarà passato.”
Dalla nascita delle confraternite per i malati alla costruzione degli ospedali alla fondazione di nuove strutture bancarie. All’indomani della peste l’Occidente latino seppe riorganizzare le sue abitudini sociali, politiche e economiche secondo registri più complessi rispetto all’epoca precedente. Di fronte agli shock più potenti la storia dimostra che la comunità prima si adatta e poi ricomincia a crescere. Ma con la globalizzazione non è più certo che le cose stiano così. Non possiamo più permetterci di sbagliare. La Terra ora è davvero rotonda. Le conseguenze delle nostre azioni girano attorno al pianeta e finiscono per ritornarci indietro: rifiuti tossici, incidenti nucleari, titoli tossici, virus.
Di fronte agli shock più potenti la storia dimostra che la comunità prima si adatta e poi ricomincia a crescere.
L’analogia dell’epidemia con la guerra non rende evidente fino in fondo il carattere di naturalità del virus, la sua indifferenza a qualsiasi logica umana. Il sistema sanitario rischia un collasso innescato da qualcosa paragonabile ad una catastrofe naturale. Ogni giorno arrivano scosse sottoforma di urgenze concentrate in un territorio. La Lombardia è l’epicentro di un terremoto che sembra non finire. Gli epicentri si propagano, si moltiplicano. Homo homini virus.
Ci si comincia a chiedere cosa lascerà il Covid-19 dopo che sarà passato. Forse troveremo una società irriconoscibile, come un litorale sconvolto da uno tsunami. I poteri attualmente dominanti cercheranno di mettere in atto il loro “piano B”. Intanto sembra di vivere nel negativo dell’immagine del mondo di un tempo. L’epidemia ha trovato un sistema socioimmunologico scoperto e impreparato, facendo esplodere le contraddizioni già presenti nella UE. Le aree produttive tendono ad affrontare l’emergenza attuale come una corsa globale dove non ci si può fermare, facendo calcoli costi/benefici in modo da non compromettere la funzionalità del sistema economico. Il biologico sta dando l’ultimo colpo alle architetture dell’Europa arrivate ad un deterioramento irreversibile.
Ci troviamo tra la fine del vecchio modello e l’istituzione di nuove regole e prospettive. Tutte le possibilità sono aperte.
Tenere uniti catastrofe naturale e collasso economico consentirà ai diversi paesi di agire di comune accordo, come una “lega dei popoli”. Abbiamo bisogno di sistemi antisismici in grado di assorbire le tensioni, di smorzare l’ampiezza delle oscillazioni e garantire la gerarchia delle resistenze. Per prevenire il collasso globale, il sistema deve avere un comportamento duttile. Occorre passare ad una stabilità ottenuta per flessibilizzazione, adatta ad una emergenza pandemica ed ad una società differenziata.
Unire tensione e integrità rende possibile una forma di coesistenza umana caratterizzata da interconnessione e ipercomplessità.
Il nuovo patto di stabilità tra i popoli richiede un modello particolare di architettura sociale che, ispirata al concetto tensegrity (contrazione di Tension Integrity Structures), sia in grado di assicurare un equilibrio dinamico, ottenuto dalla tensione delle parti tra loro. Unire tensione e integrità rende possibile una forma di coesistenza umana caratterizzata da interconnessione e ipercomplessità.
L’attuale situazione del mondo è caratterizzata ancora dalla mancanza di una efficiente struttura co-immunitaria per i membri della società mondiale. Immaginiamo se le grandi potenze prima di prendere una decisione sovrana si facessero condizionare da questa regola elementare: come mi comporterei se la mia azione si esercitasse in un contesto di pandemia globale, tenendo conto dunque della vulnerabilità di tutti gli Stati, e che l’effetto delle scelte influisce sullo stato di salute generale? Da qui l’imperativo categorico di una ragione immunitaria globale: “Agisci come se gli effetti del tuo agire siano conciliabili con la permanenza di una vita autenticamente umana sulla Terra”, questo è l’imperativo categorico della ragione immunitaria globale.
“Solidarietà” è stata per lo più una parola vuota, perché le unità solidaristiche sono tutt’al più formate su scala familiare o nazionale. Fino ad oggi la parola mondo non ha rappresentato altro che il macroegoismo dell’Occidente e delle grandi potenze. La forbice dell’incertezza tra tensioni e integrità è ancora grande.
Abbiamo la grande opportunità di sfruttare la crisi epidemiologica per ripensare le forme di associazione globali ed europee.
Abbiamo la grande opportunità di sfruttare la crisi epidemiologica per ripensare le forme di associazione globali ed europee. I tempi richiedono risposte coordinate. In una parola, il solidus della solidarietà. Tutto sembra dirci: “Fermati e aspetta che la tua anima ti raggiunga”. Con la rivoluzione francese si è imposta la triade “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza”. Con la rivoluzione neoliberista la triade “Globalità, Mercato, Moneta”. Per i tempi futuri ci auspichiamo che si possano affermare tre nuovi principi: “Responsabilità, Co-immunismo, Solidarietà”, ovvero assumere l’impegno nei confronti delle incertezze del futuro in una macro-struttura di immunizzazione globale solidaristicamente vincolata.
Di Fabrizio Spagnol, filosofo e autore di “Cosa si nasconde dietro il bullismo. Saggio sulla formazione complessa”.
Produzione riservata ©
Le tre precedenti puntate di “Paradossi epidemici”:
https://www.asfinanza.com/1-puntata-co-immunismo-globale/